La corte di Giustizia dice no alla normativa italiana sull’immigrazione.
[massima]
Pubblichiamo di seguito la massima della Corte di Giustizia che, pochi giorni fà, si è espressa in merito al reato di clandestinità e la normativa che ne consegue. Questa sentenza è un altro esempio di diretta applicabilità della normativa comunitaria sugli Stati membri.
La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 16 dicembre 2008, 2008/115/CE, recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, in particolare i suoi artt. 15 e 16, deve essere interpretata nel senso che essa osta ad una normativa di uno Stato membro che preveda l’irrogazione della pena della reclusione al cittadino di un paese terzo il cui soggiorno sia irregolare per la sola ragione che questi, in violazione di un ordine di lasciare entro un determinato termine il territorio di tale Stato, permane in detto territorio senza giustificato motivo (in applicazione del suesposto principio, la Corte ha bocciato la normativa italiana che prevede la detenzione in carcere per lo straniero che permane illegalmente nel territorio dello Stato, in violazione dell’ordine impartito dal questore, atteso che l’applicazione di tale normativa potrebbe compromettere la realizzazione dell’obiettivo perseguito dalla direttiva comunitaria di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali).
Corte giustizia CE sez. I del 28 aprile 2011 n. 61